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- Our Story -

C’è uno strano graffio nella gola quando bevi un sorso di wisky o quando mandi giù qualche strano pensiero…
gli emigranti italiani, che negli anni 20 impacchettavano la loro vita in un bel cartone lo sapevano bene cos’era quel graffio e quando la loro tarantella si trasformò in un sorso di jazz, anche il modo in cui venivano chiamati cambiò vestito. Così i vari “picciotti” e “scugnizzi” si trasformarono in “wop” (da guappo o dall’acronimo without paper), “white trash” (spazzatura bianca), “greaseball” (dai capelli neri e oliati) o magari TONY.
E ce ne erano di Tony in America in quegli anni, un po’ perché di gente che si chiama Antonio dall’altra parte dell’oceano ce n’è andata davvero tanta, un po’ perché sui passaporti di noi poveri ignoranti, che non sapevamo niente di quella lingua e che conoscevamo solo il termine “New York”, c’era scritto sempre “TO:N.Y. city”. Alla fine successe che importava poco come mamma ti aveva chiamato, se eri italiano eri TONY!
Così nasce il “TO:NEW YORK”, così mischiamo jazz e tarantella, così abbiamo imparato a viaggiare: con la nostra terra in tasca e la meraviglia negli occhi, così nasciamo noi…come ci chiamiamo? Per voi sarà sempre Tony.

“y.o.l.o.” 

 -   The Bay  -

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“è così che si diventa grandi

 con le palle appese a un filo”

-  Jerry. McGuire  -

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“quando le persone mi danno

ragione, comincio a pensare

di avere torto”

-  O. Wilde  -

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